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La valenza strategica del cloud computing per le imprese

Nel contesto della pandemia da Covid-19, il cloud computing ha assunto una particolare valenza strategica sia per il vasto utilizzo di servizi cloud da parte di imprese, PA e cittadini europei, sia perché questa tecnologia costituisce una piattaforma abilitante essenziale per la trasformazione digitale.

Il dibattito politico-tecnologico sul tema è stato complicato – e a tratti sensibilmente distorto – dalla natura del cloud computing (complessa, in continua evoluzione e per lo più sconosciuta al vasto pubblico) e dalle sue caratteristiche tecniche. Queste ultime implicano l’ottimizzazione della gestione dei dati, il loro trasferimento e l’archiviazione in base alle risorse di rete e alla collocazione dei diversi data center, ma anche alla cifratura degli stessi, al punto che gli stessi provider non dispongono delle chiavi di accesso ai dati ospitati sulle proprie infrastrutture.

A ciò si aggiunge il cambio di paradigma IT, con il passaggio da un sistema in cui ogni individuo o organizzazione dispone di propri hardware e software, a un nuovo contesto più fluido in cui gli utenti possono fruire dei servizi e predisporre l’intera infrastruttura IT direttamente sui propri terminali. La capacità di calcolo e di immagazzinamento dati, invece, (e, nel caso dei servizi SaaS, anche la stessa installazione e fornitura delle applicazioni) sono tutte operazioni effettuate dal provider di servizi.

A livello tecnico si distingue tra:

  • IaaS (Infrastructure as a service), in cui il provider fornisce prevalentemente risorse hardware (server, capacità di rete, archivio e backup);
  • SaaS (Software as a Service), ovvero la fornitura di applicazioni chiavi in mano, inclusi servizi avanzati per gestire Big data, Machine learning, Intelligenza Artificiale e IoT;
  • PaaS (Platform as a Service), dedicato agli sviluppatori, che consiste nella fornitura di una intera piattaforma software.

A livello di fornitura è possibile, invece, distinguere tra:

  • private cloud, che identifica un servizio disegnato per una sola impresa o organizzazione, utilizzando sistemi spesso all’interno del proprio data center;
  • public cloud, che prevede invece l’accesso di molteplici clienti alle stesse macchine virtualizzate e l’utilizzo dello stesso sistema di server all’interno di una rete condivisa ma in cui un utente non può accedere a dati e applicazioni degli altri;
  • hybrid cloud, indica un utilizzo combinato e flessibile di risorse di cloud pubblici e privati a vantaggio dell’organizzazione che lo utilizza e che ha bisogno di distribuire in modo interoperabile i carichi e i dati in ambienti diversi.

In relazione al cloud ed ai servizi connessi ad esso, nel corso degli ultimi anni si sono diffuse, presso l’opinione pubblica e parte degli stakeholder, una serie di opinioni spesso distorte e di veri e propri pregiudizi, catalogabili come “falsi miti”, che ne hanno modificato la percezione e rallentato la diffusione su larga scala.

Nei prossimi articoli, Hecate svela alcuni nel tentativo di chiarire come questi miti siano in realtà privi di fondamento nell’ecosistema cloud. Continuate a leggere il nostro blog mensile.

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