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Il girasole – Lettera aperta ai nostri clienti

Il girasole – Lettera aperta ai nostri clienti

Il girasole – Lettera aperta ai nostri clienti

Il girasole – Lettera aperta ai nostri clienti

Appena si intraprende il percorso commerciale o della consulenza una delle prime domande alle quali vogliamo dare una risposta è: “ma è vero che il cliente ha sempre ragione? In che modo il mio lavoro può dare valore al mio cliente?”.

Per rispondere a questa domanda ho dovuto prima pormene un’altra: “Ma cosa è per me il cliente?”

La prima cosa che ho fatto è chiederlo a chi aveva più esperienza e spesso e mi sono sentito dire: “Eh… ora i tempi sono cambiati… ai tempi miei i clienti erano diversi… e comunque il cliente è sempre quello che paga e quindi ha sempre ragione, il cliente è Dio” o ancora: “ I clienti sono come una piramide… al vertice ci sono i clienti più importanti che hanno sempre ragione”.

Forte dell’esperienza altrui ho detto al mio principale cliente che lui era al vertice della mia piramide ma, sorprendentemente,  un po’ rattristito mi ha risposto: “ la cosa un po’ mi spaventa… oggi sono al vertice ma se avrai clienti più grandi ed importanti di me diventerò la base”.

Ed allora ho cambiato visione: i “clienti sono tutti uguali”… ma allora hanno tutti ragione?.

Non trovando ancora una risposta ho iniziato a pensare di ribaltare il punto di vista: “Quando sono io il cliente ho sempre ragione? Cosa mi aspetto quando chiedo un servizio?”

Per rispondere a questa domanda mi è venuto subito in mente, ed in soccorso, un film capolavoro assoluto: “La vita è bella”.

In una delle scene del film lo zio di Guido (il personaggio interpretato da Benigni) sta insegnando al nipote il valore del servire per consentirgli di lavorare presso un ristorante prestigioso. La goffaggine del nipote viene confortata con queste parole “ Guarda i girasoli… s’inchinano al sole, ma se vedi uno che è inchinato un po’ troppo significa che è morto. Tu stai servendo, però non sei un servo. Servire è l’arte suprema. Dio è il primo servitore. Lui serve gli uomini, ma non è servo degli uomini.”

Nel frattempo ho avuto dei figli.

Sapete qual è la domanda più cattiva che  viene fatta ad un bambino? “a chi vuoi più bene? A Mamma o a Papà?”

Se sei genitore capisci quanto sia sciocco questo quesito e giustamente i Bambini non rispondono .

Ma non rispondono non  perché non sanno quale sia la risposta giusta o se ci sia una risposta giusta ma perché la domanda, per loro, non ha senso. E, da genitore, sai che per loro non ha senso perché per te non ha senso la domanda “a quale figlio vuoi più bene?”.

Ma allora forse ho cercato anch’io  di dare la risposta ad una domanda che non ha senso?

Oggi dico di sì. Dico di sì perché ho capito cosa sono per me i miei clienti. Dico di sì perché ho capito cosa  devo essere io per loro.

Il cliente non è Dio, non è il vertice di una piramide.

Il cliente è un familiare.

Come uno di famiglia  va sempre trattato con Sincerità e Rispetto.

Non chiedere ad un bambino di scegliere un familiare… non serve scegliere perché lui sa che  al suo fianco ha sempre una persona che, con sincerità e rispetto, lo farà crescere.

Non chiedere ad un genitore di trattare differentemente i suoi figli… Lui cercherà sempre di trattarli con Sincerità e Rispetto e, nelle loro differenze, cercherà sempre di aiutarli a crescere.

Nella nostra professione noi eroghiamo dei servizi e facciamo della consulenza. Nel fare questo dobbiamo sempre tener in mente che dobbiamo farlo così… con sincerità e rispetto.

Se sono sincero e rispettoso non ho necessità di fare classifiche o costruire piramidi.

Se sono sincero con il mio cliente e sono rispettoso del suo business  posso dirgli “si hai ragione” o “no hai torto”.

Se sono sincero e rispettoso la mia professionalità diventa come un girasole che si flette alle esigenze del cliente ma non così tanto da essere inutile, sterile, morta.

Sincerità e rispetto… come un familiare, come un girasole.

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